mercoledì 13 aprile 2011

Contributi FederScout per CARTA dello SCAUTISMO parte ROVER e CASTORI

Condivido pienamente sul fatto che il roverismo sia strada.

la strada interiore da cercare da soli o con il supporto di gente esperta, dall’assistente spirituale a qualsiasi altro esperto di cui i ragazzi possano avere bisogno

la strada verso il successo, testo fondamentale per il roverismo, scritto da B-P

la strada dell’essenzialità, la dove dobbiamo essere in grado di partire abbandonando il superfluo, non necessariamente per immergerci nella natura.

la strada di condivisione con altre comunità

la strada dell’impegno, come quello assunto con la firma della carta di compagnia

la strada della scoperta delle proprie potenzialità e dei propri limiti, dell’autoconsapevolezza.

la strada della vita: dove è importante non essere fuori dal contesto, essere al passo con i tempi, vivere la vita adesso e con tutte le potenzialità che oggi ci vengono offerte, vale a dire nuovi sistemi di trasporto, di comunicazione, di aiuto, nuove tecnologie a vantaggio di tutti……

la strada del servizio, punto fondamentale che riguarda più una disponibilità d’animo che un fatto concreto e limitato nel tempo. I ragazzi dovrebbero imparare per prima cosa a chiedersi: e io per questo, cosa potrei fare, come posso aiutare, come posso intervenire? A prescindere da una richiesta concreta.

Però non possiamo dimenticare che il roverismo è anche metodo, non è un qualcosa di campato per aria.

Come raggiungiamo questi obiettivi con i ragazzi? Come seguiamo la loro crescita, come li stimoliamo per farli giungere la, dove vogliamo che arrivino?

Come in tutte le branche il roverismo è fatto anche di cerimonie, una costante in tutti i gruppi, con varianti nei riti e nelle usanze.

Parliamo allora di stesura della carta, di firma dell’impegno, di noviziato, di partenza.

Anche nel roverismo esistono i gruppi e la comunità, per appartenere alla quale è necessario osservare un certo stile, avere un’uniforme… ed usarla!

Il clan o compagnia si suddivide talvolta e in maniera non costante e multiforme in ronde di interesse e in ronde esecutive, e qui va chiarita la valenza educativa della scelta e della presa di coscienza dei propri interessi.

Poi c’è il servizio, che non è indirizzato necessariamente verso chi ha bisogno… c’è il servizio verso l’interno dell’associazione, verso l’esterno o verso la comunità.

Non è detto che il servizio non possa produrre reddito, il servizio civile, ad esempio non lo consideriamo affatto?

Quali sono i testi scautistici, scritti dal fondatore B-P, a cui affidare la crescita del rover?

Come avviene la partenza? Quali scelte il rover è chiamato a fare prima di prendere la partenza? Partenza e saluto sono due cerimonie simili che prevedono scelte diverse.

Lo scautismo laico può avere un percorso intimo e spirituale intenso e vissuto alla pari di quello proposto dallo scautismo cattolico.

E’ infine importante condividere il fatto che l’età roveristica corrisponde ad un periodo di crescita e di formazione. Ovvero la formazione scout dell’adolescente e del ragazzo si conclude solo con la partenza.

Da quel momento in poi inizia, per chi lo desidera la formazione permanente del capo in qualità di adulto e responsabile.

E’ importante riconoscere che ad educare il rover non è solo la guida del fratello maggiore o capo compagnia ma anche il capo dell’unità scautistica presso la quale prima o poi il rover effettua il suo servizio.

A questo punto se si vuole approfondire si può partire con esempi di attuazione del metodo che sono ben distanti dal semplice: ci troviamo e parliamo o andiamo a fare una camminata tra i rifugi.

La consapevolezza di essere un individuo maturo si accompagna alla possibilità di effettuare delle scelte, giuste o sbagliate che siano, al fatto di prendere una posizione, sociale o politica, di avere un’opinione basata sui fatti e non solo sul sentito dire

Federica degli Ivanissevich

Aprile 2011


FederScout

BRANCA CASTORI

La FederScout ha da molti anni, nell'ambito della Formazione Federale, regolari corsi di Formazione per Capi della Branca Castori, così come per tutte le altre Branche.

La Branca CASTORI è relativamente nuova nello Scautismo e seppur non direttamente ideata da B-P, trova nei suoi scritti e nei principi fondamentali del Metodo scout le sue fondamenta.

In un intervento estemporaneo alla 4° Conferenza Mondiale dello Scautismo, a Kandersteg nel 1926, nel dibattito sui rapporti tra lupettismo e scautismo, B-P ha detto:

delle tre branche del movimento, personalmente considero la branca Lupetti la più importante. Nel “Manuale dei Lupetti, Parte terza, Suggerimenti per i Capi Branco, Psicologia del Lupetto,

Il secondo punto di cui rendersi conto, sebbene sia di primaria importanza, è che il bambino da 8 a 10 anni è sotto ogni punto di vista diverso dal ragazzo da 11 a 15 anni. Non intendo dire che il cambiamento arrivi di colpo al decimo anno, ma il bambino cresce relativamente, nella mente e nel corpo, più rapidamente dei ragazzi più grandi: quindi la transizione avviene gradualmente più o meno a quell'età nel ragazzo medio.

Fasi dell'infanzia: da 6 ad 8 anni: istinto drammatico e “giocare a.............” da 8 anni a 11 anni: individualismo, autoaffermazione, rivalità; da 11 a 15 anni: culto dell'eroe e cooperazione fedele.

Inoltre

il ragazzo più piccolo, appena emerso dalla crisalide dell'infanzia, è più individualista, più conscio della propria esistenza, più egocentrista; si scopre per la prima volta capace di fare qualcosa, è ansioso quindi di agire, di fare, e quando riesce a fare da sé un passo in qualsiasi direzione è portato a vantarsene. E' appena fuori dall'età dei giocattoli, ed ancora molto nell'età del “giocare a...” E' ansioso di ricevere, ma non di dare. E' nel momento della vita in cui è più malleabile. Ed anche

Le qualità che il ragazzo presenta nei tre periodi indicati possono essere riassunte come segue Fino a 8 anni Da 8 a 11 anni Oltre 11 anni Nello stessa Parte Terza è anche estremamente illuminante e pieno di significati il bellissimo racconto di come mamma Lupa fa imparare ai suoi cuccioli a “cacciare le cavallette”. Per queste ragioni, ed in assoluta analogia con quanto B-P ritiene valido per la formazione dei Lupetti in funzione dei passi successivi verso gli Esploratori ed i Rover, va vista la funzione della Branca Castori e quindi si ritiene ancor più proficuo l’allargamento dello Scautismo verso bambini più piccoli. Inoltre (sempre dall'intervento di B-P a Kandersteg nel 1926) egli dice:

C'è un altro punto da menzionare. Quando molti Lupetti vogliono salire al riparto non sempre trovano posto. C'è quindi necessità di un sistema per far avanzare gli esploratori e far posto ai lupetti che salgono, ed è qui che il roverismo diviene un complemento necessario del lupettismo. Una volta costituito un sistema progressivo di formazione dalla giovane età di 8 anni all'età più matura, da lupetto ad esploratore, da esploratore a rover e da rover a capo (in modo da poter fondare altre unità), abbiamo un vero e proprio ciclo educativo dall'infanzia alla virilità, che non può non produrre una reale formazione del carattere”.

All’epoca di B – P erano diverse le età in cui i bambini raggiungevano le varie tappe di maturazione.....tuttavia, più di vent’anni dopo la sua morte, si sentì un’ulteriore esigenza: com’era capitato per i Lupetti, altri, ancora più piccoli, “bussavano alla porta”, desiderosi di fare anch’essi un’esperienza scout. Nel 1963 nacquero così i primi tentativi (contemporaneamente nel Nord Irlanda e in Canada), della nuova Branca, cioè quei bambini dai 5/6 ai 7/8 anni, ancora troppo piccoli per poter vivere bene l’esperienza del “branco” dei lupetti. Si pensò allora ad un adattamento della pedagogia scout, che, salvando in pieno i valori educativi fondamentali, trovasse ambiente e metodologia concreta pensati per quella specifica età.

L’ambiente scelto fu quello dei “castori”, probabilmente perché animali comuni nelle foreste canadesi ..., ma che hanno l’abitudine di vivere in “colonie”, cioè in gruppi in cui imparano prima di tutto a “condividere” tutto. Naturalmente nel concreto “i mezzi principali” della Branca rimanevano il gioco e la fantasia, ma in una forma adatta all’età dei castorini, con l’intenzione di condurre per mano questi piccoli nella loro progressiva scoperta delle “regole” del mondo reale e della bellezza di uscire progressivamente dalla chiusura egocentrica, capendo che è molto più bello lavorare, vivere, giocare “insieme”.

All’inizio ci furono moltissimi dubbi (e in parte resistono ancora), ma con il trascorrere del tempo, il Castorismo si diffuse un po’ in tutto il mondo e nel 1992 ci fu la dichiarazione della Conferenza Europea dello Scautismo, che affermava la piena validità del metodo ed invitava tutte le Associazioni a considerare l’opportunità di adottarlo. Attualmente il Castorismo è diffuso un po’ in tutto il mondo e anche in Europa molte Associazioni nazionali hanno adottato questa nuova Branca in forma più o meno definitiva e ufficiale ed alla verifica, dopo tanti anni, si può tranquillamente affermare che i risultati ci sono e sono ottimi.


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IL METODO

Se lo scopo fondamentale dello Scautismo è quello di far diventare bambini e ragazzi buoni e responsabili cittadini nella propria comunità e nel mondo, questo scopo si raggiunge più facilmente se si inizia molto presto, anche perché quello che si apprende da piccoli, si ricorda meglio, in quanto entra a far parte intrinseca della propria personalità. Quindi la Branca Castori aiuta a costruire la consapevolezza di sé e lo sviluppo psicologico del bene, facendo anche in modo che, se continua l'attività, il bambino stesso possa essere un Lupetto migliore ed in generale uno Scout migliore.

Il Castorismo, quindi, getta le basi per poter aiutare la progressione nell'iter educativo scout, con attività e spirito propri della Branca, in modo che il bambino cominci a recepire i valori morali ( Patto e Legge adattati all'età), Motto, proprie cerimonie e l'iniziazione alle tecniche scout. Tutto naturalmente basato sui 4 punti di B-P.

Ricordiamo l'immagine della piccola ghianda che potrà diventare un albero: il Castorino rappresenta quindi la piccola ghianda, così come il Rover sta per diventare un albero.

Principi e mezzi del Metodo Castoro:

1- Attività che rispondono alle esigenze dei bambini di questa fascia d'età, al loro bisogno di muoversi, alla loro fantasia, e quindi il gioco, ma non solo: anche racconti, canti, danze ecc.

2- L'unità del Castorismo è la Colonia, le Capanne sono utili soprattutto per l'organizzazione delle attività (non sono pattuglie/squadriglie in miniatura); si utilizzano anche i “consigli delle code” che sono i castorini raggruppati per età, in modo che si possano fare attività diversificate in base alle tre età (5 /6 e 7 anni) presenti in Colonia; i Capi Capanna iniziano ad avere piccolissime responsabilità; insomma la Colonia ha il suo stile, i suoi gridi, le sue cerimonie, le sue tradizioni.

3- Atmosfera: è la Colonia Felice, guidata dai Capi della Colonia (Vecchi Castori), in Colonia si ride molto, si grida, si fa chiasso, il tutto guidato dai Vecchi Castori e sempre in un clima di fratellanza e gioia.

4- L'abilità manuale in tutte le sue forme e le primissime tecniche scout (alcuni segnali di pista etc.) fanno da corollario all'atmosfera fantastica creata dai personaggi tipici della Colonia (fate, gnomi, folletti e, ovviamente, tutti gli animali del bosco).

5- La progressione dei castorini è scandita solo dalla crescita del bambino e quindi non esistono prove o meriti particolari.

IL BOSCO

E' l'ambiente in cui si muove il castorino ed è desunto dai racconti del libro “ Il Bosco delle Meraviglie” di Tony Wolf ( è decisamente buffo di che il libro dei Castori sia stato scritto da uno che si chiama Wolf = Lupo di cognome) e quello più specifico di “Colonia” tratto dal libro “Gli Amici del Bosco” (un adattamento di due libri: “Friends of the Forest” ed Scout of Canada, e “ Grogh: storia di un Castoro” di A. Manzi ed. Bompiani) così come moltissimi personaggi (fate, gnomi, folletti ed animali del bosco vengono proprio da questa pubblicazione). Ogni racconto ha come protagonista il castoro e quasi tutti i racconti compresi in questo testo, sono propedeutici alle varie attività effettuate nella Colonia. L'ambientazione viene completata dai racconti canadesi “Gli Amici del Bosco” i quali ci permettono di utilizzare i termini propri della Branca (nuotata, diga, code, capanne, ecc.); e per di più permettono di introdurre il discorso sui “lupi” e sigli “umani”, elementi utili ai fini del futuro passaggio in Branco.

I Vecchi Castori (Doc, Gym, Gnomo Giaggiolo, Fata Albicocca) consentono la giustificazione della presenza dell'adulto in tutte le attività della Colonia.

La terminologia utilizzata è ispirata dalla vita del castoro animale o traslata da termini tipici della Colonia che troviamo nel testo “Gli Amici del Bosco” e ci permette di essere in piena sintonia con i bambini appartenenti a questa Branca.

La fantasia, rappresentata ne “Il Bosco delle Meraviglie” , e che fa da sfondo a tutta la vita di Colonia, risponde all'esigenza di fantasia ed alla voglia di vita all'aperto da parte dei bambini di questa età,

In conclusione, in circa quindici anni di attività, sperimentazione ed approfondimento abbiamo verificato che anche i Castorini sono dei veri e propri scout e, si può ben dire, che hanno contribuito in maniera efficace al miglioramento ed alla progressione dello Scautismo.


Poiché non è un Lupettismo in formato ridotto, presenta spiccate caratteristiche metodologiche proprie.

Naturalmente anche i Castori hanno una Legge e quella che nelle altre Branche è la Promessa, che però nella Branca Castori si chiama PATTO, perché per un bambino di quella età in cui non sono facilmente comprensibili i concetti astratti, è invece immediatamente comprensibile il concetto di “fare un patto”.

Patto del Castorino:

Desidero amare la famiglia e tutti gli altri;

osservare la Legge della Colonia e fare bene ogni cosa.

Legge della Colonia:

Il Castoro è felice insieme agli altri;

il Castoro gioca, canta e lavora

SALUTO

Il saluto del castorino è “Buona Nuotata” ed il gesto, eseguito con la mano destra, riproduce il movimento fatto dal castoro con gli incisivi quando rosicchia. Esistono inoltre dei saluti eseguiti in particolari momenti delle attività (i.e. il saluto di fine riunione) o in occasioni speciali. Il "Grande Ciak" è un saluto eseguito da tutta la colonia, simile al Grande Urlo del branco e viene effettuato solo durante alcune cerimonie importanti (Patto, cambio delle code, ...) o attività molto rilevanti.

LA COLONIA

I Castorini sono riuniti in unità denominate Colonie, costituiti da due o più capanne (gruppetti di solito composti da 5-6 castorini di differenti età; in una stessa capanna stanno castorini e castorine). La Colonia può avere un minimo di 7/8 e un massimo di 15/18 castorini in rapporto ai capi (almeno uno per capanna). La Colonia è diretta da un Capo Colonia (Doc), coadiuvato da uno o più vice, insieme costituiscono la direzione di Colonia, tutti assumono nomi di bosco (Doc, Gym, Fiordaliso, Tic Tac, Malak, Orchidea, Albicocca, Pigna Secca, Gnomo Mago, Ape, Formica, Zenzero, Peperino, ecc.). La Colonia prende il nome di un bosco (es. Bosco Felice, Bosco Incantato, o di un albero “La Grande Quercia” ecc.) e le capanne vengono chiamate come frutti o piante del bosco (mirtilli, lamponi, funghi, ecc.). Il grido di capanna va effettuato cominciando dal capo capanna, che fa un passo in avanti e grida il nome della sua capanna. Il resto della capanna risponde ripetendo il nome della capanna. I castori non salutano durante l'urlo come viene fatto nelle altre branche.

IL GRANDE FIUME

Il Grande Fiume rappresenta il percorso del castorino, come accade con la Rupe del Consiglio per i lupetti. Il Grande Fiume è presente in ogni Diga (sede), viene riprodotto su un cartellone o dipinto, e lungo le sue anse sono disposti i nomi dei castorini, in base alla loro coda. La progressione dei castorini è basata sull'età del bambino (non ci sono delle prove da superare, dei compiti da svolgere o dei meriti da conseguire). Il pelo del castoro si scurisce con il passare degli anni ed allo stesso modo i castorini vedono la loro progressione nella colonia come una crescita naturale compiuta da tutti i castorini. La crescita dei castorini è scandita dal cambio del colore della coda, cerimonia in cui i castori della stessa età ricevono una coda del colore corrispondente all'età raggiunta.


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I bambini in questi ultimi anni sono molto cambiati, sono più svegli perché hanno molti più stimoli, vanno a scuola prima, vogliono fare anche loro gli scout, ma sono troppo piccoli per essere lupetti e per questo, come scritto sopra, è nata la Branca. Su questa Branca, però, in Italia i pareri sono molto contrastanti e controversi e sono circolate analisi, più o meno dettagliate, sui danni che avrebbe prodotto alle Associazioni che l'hanno adottata, per quanto riguarda le conseguenze sui numeri degli Esploratori e dei Rover.

Per l'esperienza almeno quindicennale che abbiamo, ci sentiamo di poter affermare che le citate analisi non sono complete, principalmente perché sarebbe stato corretto farle prendendo in considerazione anche la situazione degli adolescenti e dell'associazionismo giovanile in generale nelle nazioni prese in considerazione. In quei Paesi non diminuiscono Esploratori e Rover a causa della Branca Castori, ma perché sono esplosi gravissimi problemi sociali riguardanti quelle fasce di età ed alle quali quelle società e quelle Associazioni Scout non hanno saputo dare risposte.

In secondo luogo la nostra esperienza sul campo, ci permette di affermare che, nella visione di un Gruppo Scout come luogo della formazione progressiva di un bambino/ragazzo che entra nel Movimento, la Branca Castori, integrata completamente dal punto di vista scout e non considerata un asilo d'infanzia, dà ai bambini un “imprinting” tale che, ad oggi, pochissimi Castorini non sono arrivati a diventare Rover.

E' assolutamente essenziale, però, che il Gruppo Scout venga visto nella sua intera progressività educativa e, pertanto, i programmi delle Branche successive siano rivisti per evitare ripetizioni e per dare sempre ai bambini/ragazzi il desiderio ed il piacere di passare alla Branca successiva.

Le Associazioni che hanno la Branca Castori e non hanno perso per questo né un Esploratore né un Rover, hanno dovuto necessariamente rivedere tutti i programmi per renderli più vicini ed equilibrati in funzione delle esperienze e delle età dei loro bambini e ragazzi, si sono dovute evolvere, hanno guardato lontano, nello spirito con il quale Baden – Powell aveva detto:

Guarda lontano e quando pensi

di aver guardato lontano

Guarda ancora più lontano”

Anna Canudo e (per l'Equipe di Formazione Branca Castori) Nives de Montis

Aprile 2011

domenica 3 aprile 2011

REGOLAMENTO FORMAZIONE ed IMPEGNO del FORMATORE

FederScout


COMITATO FORMAZIONE CAPI


REGOLAMENTO


A. Principi generali


1. La FederScout, nell’ambito della promozione del metodo scout e secondo i suoi principi statutari istituisce la Scuola Nazionale Formazione Capi (SNFC).


Essa ha compiti di informazione, formazione ed aggiornamento dei Capi sulla conduzione delle Unità previste dalla Metodologia Scout all'interno delle Associazioni di appartenenza.


La SNFC nella formulazione dei programmi di insegnamento nei vari corsi, nella simbologia e nei tipi di riconoscimenti (foulard, tizzoni, ecc.) applica il “metodo Gilwell”, ideato dal Fondatore Lord Robert Baden - Powell, che si esplica in Corsi composti di due parti, una “al campo” ed una di “verifica”, ponendo in primo piano le esigenze delle Associazioni aderenti in un quadro Federale.


La direzione della scuola è affidata al Comitato Formazione Capi (CFC) istituito in seno alla FederScout ai sensi dello Statuto Federale.



2. Compiti del Comitato Formazione Capi (CFC) sono:


-programmazione ed organizzazione dei Corsi di Formazione Capi;


-nomina dei Capi Corso, ciascuno dei quali, sentito il parere del Coordinatore Comitato Formazione Capi (CCFC), nomina lo staff del proprio corso;


-emanazione di orientamenti ed indirizzi didattici per l'espletamento dei Corsi di Formazione Capi;


-rilascio di brevetti di superamento corso;


-tutto quant’altro sia inerente la Formazione dei Capi ed al rilascio dei brevetti.



3. Il CFC è composto da un membro per ogni Socio Effettivo della FederScout.


La nomina e la revoca dei delegati associativi facenti parte del CFC sono di esclusiva pertinenza di ciascun Socio Effettivo. I soci aggregati possono partecipare al CFC con un delegato ma senza diritto di voto.


Non possono farne parte, tuttavia, coloro che non abbiano concluso l’iter di formazione federale.


Al suo interno è eletto un Coordinatore Comitato Formazione Capi (CCFC) scelto da e tra i membri del CFC.


La sua elezione avviene in concomitanza con le altre cariche federali, resta in carica tre anni e può essere rieletto.


Il CCFC svolge funzioni di organizzazione del gruppo di lavoro del CFC. Il CCFC inoltre conserva ed aggiorna tutto il materiale inerente la gestione della SNFC (registri di rilascio brevetti, brevetti, domande di partecipazione, tesi, etc.). Nell’espletamento del suo incarico il CCFC può avvalersi della collaborazione di un Comitato ristretto composto dai Capi Corso.



4. Il CFC definisce la cadenza dei corsi e delle proprie riunioni, stilandone un calendario. Di volta in volta il CFC provvede all’individuazione delle date esatte, dandone ampio preavviso ai Soci della FederScout.


I Corsi devono avere una durata congrua ed idonea all’espletamento del programma didattico.


Tale programma, redatto da ciascun Capo Corso sulla base delle indicazioni e degli indirizzi del CFC, deve prevedere l’apporto di Istruttori provenienti da realtà associative differenti, in modo da garantire sempre una pluralità di visioni e prospettive e favorire il confronto.


Possono essere Capi Corso, Vice Capi Corso ed Istruttori della Scuola Capi Federale i soci delle Associazioni federate che abbiano conseguito il brevetto di ALT.


Possono ricevere l'incarico temporaneo di Istruttore anche Capi brevettati WB purché :


-siano soci di Associazioni entrate in FederScout come Socio Effettivo;


-abbiano conseguito il brevetto WB ed abbiano esperienza effettiva di Capo Unità da almeno 2 anni.


-abbiano frequentato un Corso di formazione Istruttori FederScout.


Questo tipo di istruttore deve essere seguito direttamente dal Capo Corso e dal CCFC.


L'insieme degli Istruttori della Scuola Capi Federale forma il “Training Team”.


E’ auspicabile la partecipazione di “esperti”, anche esterni, per coadiuvare gli Istruttori nell’affrontare questioni di particolare specificità e/o per sessioni tecniche specifiche.


Detti “esperti” vanno scelti dal Capo Corso che li richiede insieme al CCFC e devono avere competenze specifiche nell' intervento che viene loro richiesto (a titolo esemplificativo e non esaustivo, possono rendersi utili esperti di Primo Soccorso, Pionieristica avanzata, Recitazione, Musica, Scenografia, Artigianato in tutte le sue forme, particolare conoscenza di Ambientazioni scout diverse dalle tradizionali, Costruzione di canoe ed imbarcazioni, etc. etc., in definitiva esperti in qualsiasi materia che il Capo Corso dovesse decidere di approfondire con particolare attenzione). Possono essere Scout o non Scout.


Nell’organizzazione dei Corsi di Formazione, il CFC affida la gestione della parte logistica ad uno Staff interassociativo, se possibile, ovvero ad un Socio FederScout, designato sulla base delle disponibilità pervenute e seguendo il principio della “rotazione”, sempre se possibile. In ogni caso lo Staff od il Socio FederScout designato sono tenuti alla corretta tenuta dei conti del Campo Scuola, con obbligo di rendicontazione e documentazione delle spese e dei materiali acquistati per la Scuola.


La partecipazione ai corsi federali è riservata agli iscritti dei Soci della FederScout.


Eventuali deroghe possono venir accordate dal CFC o, in caso di urgenza, dal CCFC ma, in ogni caso, in accordo con il Presidente FederScout.



B. Iter di Formazione


5. L'Iter di Formazione dei Capi della FederScout prevede le seguenti tappe:


-Corso Basale


-Corso di 1° Tempo - Preliminary Training Course (PTC);


-Corso di 2° Tempo - Wood Badge Course;


-Corso di 3° Tempo - Corso Assistant Leader Trainer (ALT);


-Corso di 4° Tempo - Corso Leader Trainer (LT).


La partecipazione a ciascuno dei suddetti corsi non ne comporta l’automatico superamento.


La FederScout riconosce solo i Brevetti Wood Badge da essa stessa rilasciati.


Può riconoscere Brevetti Wood Badge conseguiti da membri di Associazioni Federate presso altre Associazioni Scout che rilasciano il WB, purché il Brevetto stesso sia in possesso del socio



6. Elementi necessari per la partecipazione ai Corsi della Scuola Formazione Capi sono:


-aver presentato la domanda di partecipazione compilata in ogni sua parte, con specifica del Corso che si è intenzionati a seguire (Beaver, Cub, Scout, Rover, Dirigenti);


-aver compilato il modello predisposto dal CFC e finalizzato ad una conoscenza degli allievi e del loro grado di preparazione da parte degli Istruttori del Corso. Tale fine può essere raggiunto anche attraverso un questionario metodologico da sottoporre all’Allievo e predisposto dal CFC.


-produrre una presentazione compilata dal Capo Scout/Presidente della Associazione di appartenenza, ovvero dal Capo Gruppo, sulla base del modello predisposto dal CFC.


Il Capo Corso, nell’ambito del programma preventivamente predisposto (art. 4), può “calibrare” le sessioni in base alle effettive esigenze degli Allievi emerse dal quadro generale


Tutti gli Allievi, durante il Corso, indossano il fazzolettone verde, simbolo della SNFC FederScout ed una t-shirt bianca con il distintivo FederScout. Tengono la stesura del quaderno recante gli appunti e i commenti alle sessioni.


Il quaderno redatto dagli allievi durante il corso può essere visualizzato dagli Istruttori in quanto consente loro una pronta verifica del grado di chiarezza della propria sessione e permette, se si ravvisa il caso, di fornire eventuali approfondimenti, nonché un riscontro del grado di attenzione dell’Allievo stesso.


Alla fine del corso – parte al campo -, in base al grado di partecipazione dell’Allievo, all’apprendimento ed al comportamento, lo staff degli Istruttori del corso è chiamato ad esprimere un giudizio sull’Allievo in base al quale rilasciare un certificato che attesti il livello raggiunto dall’Allievo nei giorni del corso stesso, firmato dal Capo Corso e dal CCFC.


Ciò non si traduce automaticamente nel conferimento di un brevetto, atteso che è sulla base dell’iter sino a quel momento percorso e sulla qualità della preparazione dell’Allievo che il CFC deve decidere se conferire o meno il corrispondente Brevetto.



7. II Corso Basale (CB) è organizzato e gestito, secondo le indicazioni del CFC, dalle singole Associazioni, che rilasceranno il relativo "Attestato di Partecipazione".


Il superamento del Corso è propedeutico alla partecipazione al Corso di 1° Tempo.


Il Corso Basale (CB) è rivolto a tutti coloro che iniziano a fare servizio nelle Unità e deve fornire le prime informazioni sulle Branche e sul Metodo Scout assolutamente necessarie per una scelta di Servizio come capo. E’ auspicabile la presenza di almeno un Istruttore Federale.



8. Il Corso di Primo Tempo (CPT) è specialistico di branca.


Il suo programma è articolato sulla base del metodo e delle attività tipiche della branca cui si riferisce, con particolare riferimento alle tecniche ed alla programmazione.


Il CPT è aperto a tutti gli iscritti di tutti i Soci della FederScout che rispondano ai seguenti requisiti:


-non meno di 18 anni di età;


-aver superato la fase Rover della propria vita scout;


-essere in possesso dell’ attestato di superamento del CB;


Il CPT ha una durata non inferiore a sei giorni.


Durante il CPT è prevista la suddivisione degli Allievi in “piccoli gruppi” di lavoro e la vita al Campo ricalca quella della Branca di riferimento.


Superata la parte al campo del Corso, può conseguire il “Brevetto di Primo Tempo”, la cui insegna è il “Ferma foulard in cuoio di Gilwell” (c.d. testa di moro), l’Allievo che ha anche dato prova della conoscenza dei testi di Baden - Powell.


Tale conoscenza può essere accertata mediante un’analisi ragionata e/o una relazione riguardante almeno il “Libro dei Capi” ed il testo di riferimento della propria Branca, da presentare al proprio Capo Corso o con altri sistemi previsti dal Metodo Gilwell.


La concessione del brevetto da parte del CFC è subordinata al parere dell’Associazione ed a quello vincolante del Capo Corso dell’Allievo.



9. Il Corso di Secondo Tempo è metodologico generale.


Il suo programma abbraccia gli aspetti metodologici comuni alle branche, andando ad approfondire le implicazioni psicologiche, pedagogiche e sociologiche del metodo.


Il CST (Corso 2° Tempo) è aperto a tutti gli iscritti dei Soci della FederScout che rispondono ai seguenti requisiti:


-non meno di 20 anni di età;


-essere in possesso del brevetto di 1° Tempo Federale rilasciato dal CFC;


Il CST ha una durata non inferiore a sei giorni.


Alla fine del corso, se superato, l’Allievo riceverà dallo Staff del Corso il tema di un progetto o un questionario nei quali mettere alla prova quanto acquisito durante il corso.


Attraverso l’elaborazione di un lavoro “mirato”, l’Allievo dovrà dar prova di conoscere il metodo, sia per quanto attiene il momento pratico (il “cosa” ed il “come”), che per quanto attiene la fase “pedagogica” del metodo (il “perché”).


Per la realizzazione del lavoro, l’Allievo si avvarrà della collaborazione di un “tutor”, scelto tra gli Istruttori del corso e appartenente ad Associazione diversa dalla propria.


Il CFC può decidere, se necessario, che il lavoro finale venga svolto con altri sistemi previsti dal metodo Gilwell.


La richiesta di rilascio del brevetto dovrà pervenire al CFC dall’Associazione di appartenenza dell’Allievo, che dovrà pertanto presentare al CFC il progetto o questionario redatto dall’Allievo stesso e l’attestazione, sottoscritta dal responsabile associativo della formazione, del servizio svolto dall’Allievo nell’unità di riferimento per almeno un anno dopo il CST ed il parere del tutor.


La concessione del brevetto da parte del CFC è subordinata al parere vincolante del Capo Corso dell’Allievo sul Progetto presentato.


Se il CFC esprimerà parere favorevole l'Allievo riceverà:


-il Brevetto di 2° Tempo, relativo alla specializzazione seguita durante il CPT, firmato dal Presidente Federale e dal CCFC;


-Wood Badge di Gilwell ( stringa di cuoio portante i due tizzoni del brevetto);


-Foulard tortora di Gilwell.



SOLO PER LA FORMAZIONE DEI FORMATORI L’ITER PROSEGUE COME SEGUE.


Tale ITER comprende due livelli che permettono di conseguire in successione il Brevetto di A. L. T. (Assistant Leader Trainer) e di L. T. (Leader Trainer)


10. Corso Assistant Leader Trainer (ALT)


E' programmato dal CFC almeno ogni 4 anni, se ve ne sono le condizioni e le esigenze, e ne designa direttamente gli Istruttori, lo staff e l'Associazione incaricata ad occuparsi della parte logistica.


Lo Staff Istruttori dovrà essere rappresentativo di almeno tre Associazioni Federate.


Il Corso per ALT deve offrire ai partecipanti il modo di approfondire i problemi delle diverse attività della Formazione dei Capi, con riferimento in particolare all’organizzazione dei Corsi ed alla preparazione dei programmi nel rispetto delle diverse realtà federali. deve essere dato anche ampio spazio alla valutazione dei partecipanti ai Corsi


Il CALT è aperto a tutti gli iscritti dei Soci della FederScout che rispondono ai seguenti requisiti:


- non meno di 25 anni di età;


- brevetto Wood Badge rilasciato da almeno 3 anni;


- aver prestato servizio in attività federali di Formazione;


- aver svolto compiti di Istruttore federale;


- aver presentato domanda di partecipazione compilata in ogni sua parte.


L'Allievo, alla fine del Corso, se superato, riceverà un “Attestato di Partecipazione” al Corso Federale firmato dal Capo Corso e dal CCFC.


E’ facoltà dello staff del corso richiedere agli allievi di realizzare un elaborato teorico e/o pratico, idoneo a comprovare l’idoneità dello stesso a proseguire l’attività formativa nell’ambito della SNFC.


Il brevetto di ALT può essere rilasciato all’Allievo che, oltre ad aver superato il corso e realizzato l’elaborato di cui sopra, abbia svolto compiti di Istruttore come componente effettivo di una Equipe di Formazione in almeno tre Corsi di formazione federali, anche non consecutivi.


Il CFC concede detto Brevetto previo parere vincolante del Capo Corso del CALT e parere dei Capi Corso che hanno seguito l’allievo nelle sue esperienze da Istruttore.


Il distintivo di questo Brevetto è il Wood Badge con tre tizzoni.



11. Per conseguire il brevetto di LEADER TRAINER (LT) è necessario svolgere le funzioni di direttore o condirettore responsabile ad un CALT, essere in possesso di un brevetto “ALT” da almeno 5 anni, ed aver frequentato un apposito corso nazionale o internazionale.


Nel corso per L. T. viene effettuato un approfondito riesame di tutto il Metodo Scout ed analizzate e sperimentate le più diverse tecniche di apprendimento e comunicazione per impostare, organizzare e condurre le attività della Formazione anche nel quadro del rispetto delle diverse realtà federali.


Il brevetto LT è rilasciato dal CFC, previo parere vincolante del Capo del Corso CLT.


Il distintivo di questo Brevetto è il Wood Badge con quattro tizzoni.



12. In linea con le procedure internazionali tutti i Brevetti WB, ALT, LT devono essere firmati o controfirmati da un Responsabile Federale con Brevetto LT.


Qualora se ne ravvisi la necessità, può essere nominato dal CFC nello staff della SNFC un “Leader of the Training Team” esclusivamente se in possesso di un brevetto LT.



13. Il CFC può deliberare delle norme transitorie che disciplinino tutto quanto non previsto dal presente regolamento. Le norme del presente regolamento possono essere derogate solo con delibera motivata. Ove si voglia rendere permanente tale deroga, si dovrà provvedere alla modifica del presente regolamento.



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Nella riunione del comitato dei Capi Corso (art. 3 Regolamento) è stata formulata una "Carta dell ' Impegno del Formatore" cui tutti coloro che intendono svolgere un ruolo nella Scuola Capi FederScout devono attenersi:


Carta dell’impegno del FORMATORE



Essere diversi per essere uguali:



Lo SCOPO del MOVIMENTO SCOUT



è quello di contribuire allo sviluppo dei ragazzi per permettere loro di esprimere pienamente la propria personalità e tutto il proprio potenziale fisico, intellettuale, sociale e spirituale come persone, come cittadini responsabili e come membri attivi delle loro comunità locali, nazionali ed internazionali




Ogni scout aderisce a una PROMESSA e si impegna a rispettare la LEGGE SCOUT


Ed è su queste basi che si fonda tutto il contenuto del Movimento




La Promessa originale - The Scout Promise - di B – P dice:



On my honour I promise that I will do my best


-To do my duty to God and the King (or to God and my Country).


-To help other people at all times.


-To obey the Scout Law.



In termini adeguati alla nostra cultura ed alla nostra Organizzazione ogni Promessa deve contenere:




  • L’Essenza del DOVERE verso DIO che è il riconoscimento della necessità d’una ricerca d’una fede in Dio, in un Essere Supremo, il riconoscimento d’una Forza Superiore all’uomo, di più alti Principi Spirituali.



  • L’Essenza del Dovere verso la Patria che è l’accettazione del concetto di responsabilità verso la comunità nella quale viviamo.



  • L’Essenza del Servizio che è l’accettazione della pratica del rendersi utili nei confronti degli altri.


I tre punti della PROMESSA sono un insieme, un tutto inscindibile, e costituiscono la base del Metodo Scout e sono in stretta interrelazione con il Giglio Scout (la cui forma ricorda i 3 punti della Promessa) e con il Saluto Scout (dove le tre dita alzate ricordano gli stessi 3 punti)



La Legge originale - The Scout Law - di B-P dice:





  1. A Scout’s honour is to be trusted.



  2. A Scout is loyal to the King, his Country, his officers, his parents, his employers, and those under him.



  3. A Scout’s duty is to be useful and to help others.



  4. A Scout is a friend to all, and a brother to every other Scout, no matter to what social class the other belongs.



  5. A Scout is courteous.



  6. A Scout is a friend to animals.



  7. A Scout obeys orders of his parents, patrol leader or Scoutmaster without question.



  8. A Scout smiles and whistles under all difficulties.



  9. A Scout is thrifty.



  10. A Scout is clean in thought, word, and deed.



In termini adeguati alla nostra cultura ed alla nostra Organizzazione ogni Legge deve contenere l’essenzialità del:




  • Dovere verso il Prossimo e la Fraternità Universale.



  • Autodisciplina.



  • Rispetto di tutto ciò che vive.


Nella consapevolezza e nella condivisione delle linee guida della formazione scout


(che di seguito riportiamo)



SVILUPPO della FORMAZIONE SCOUT



Come ci indica lo stesso B-P, in ogni Branca la formazione si sviluppa nelle medesime


quattro direzioni (rappresentate dai 4 punti di B-P), ma con un livello crescente per


ciascun grado, adeguato alla psicologia del ragazzo delle diverse età.



Di fatto si tratta di un SISTEMA DI AUTOEDUCAZIONE PROGRESSIVA dei RAGAZZI BASATA:


SUI PICCOLI GRUPPI


su 4 direttive speciali (i 4 punti di B-P)





  • CARATTERE e PERSONALITA' attraverso giochi di gruppo, esercizi ed attività, distintivi di progressione.




  • SALUTE FISICA ed IGIENE, mediante lo sviluppo dei livelli attraverso giochi, vita al campo ed all'aperto.



  • ABILITA' MANUALE, promossa attraverso tecniche scout distintivi di tecnica, specialità e progressione.



  • SERVIZIO DEL PROSSIMO e SOLIDARIETA', mediante le buone azioni quotidiane,servizi pubblici organizzati per la società.




FORMAZIONE DEI CAPI SCOUT




Partendo dai quattro punti di B-P, nei Corsi di Primo Tempo andiamo ad insegnare il COME ed il QUANDO, fornendo agli Allievi esempi concreti di come questi punti vadano sviluppati a seconda delle età.



In particolare deve essere approfondito ed enfatizzato il concetto del piccolo gruppo, proponendo attività e mettendo a disposizione degli Allievi stessi, un sistema di giochi ed attività da sviluppare in varie occasioni, che vada incontro ai desideri ed agli istinti dei ragazzi con cui agiscono.



Principio Fondamentale dello Scautismo è quello di andare incontro alle idee del ragazzo e di metterlo in condizione di educarsi da sé invece di venire istruito.



Quindi, in definitiva, bisogna insegnare agli Allievi COME fare le riunioni, COME portarle avanti, COME fare le uscite e QUANDO farle



Nei Corsi di Secondo Tempo, sempre partendo dai 4 Punti di B-P e dai testi base, bisogna far comprendere agli Allievi il PERCHE’ delle cose.



Quindi andremo a trattare il PERCHE’ si usano determinate metodologie diversificandole rispetto all'età dei ragazzi a cui ci si rivolge.




Ci impegniamo a




Formare i nuovi Capi secondo le linee guida di B - P e lo Spirito della FederScout,



promuovendo lo Scautismo nella sua forma più aderente possibile ai suoi contenuti originari di


Fratellanza, Amicizia, Rispetto, Disponibilità, Solidarietà, Accoglienza.


Ciampino, 27 Febbraio 2011