lunedì 5 dicembre 2011

RELAZIONE C.C.F.C.


RELAZIONE DEL C. C. F. C. ALL’ASSEMBLEA FEDERSCOUT 20 - 11- 2011

Il 2011 per la Formazione è stato un anno molto importante perché finalmente dopo aver portato a compimento il Regolamento, abbiamo redatto la Carta dell’Impegno del Formatore e, grazie al lento e costante lavoro svolto negli anni passati, abbiamo cominciato ad ottenere dei successi molto gratificanti per la FederScout, anche a livello nazionale tra altre Associazioni Scout Italiane.

Come ho detto il lavoro svolto in questi anni è stato lungo: insistere su alcuni punti fondanti, sulla Formazione Permanente, sulla necessità, l’obbligo, per chi si occupa di Formazione, di tenersi sempre aggiornati, mantenere una linea comune aderente alle linee guida disegnate da B-P e fare in modo che le esperienze positive effettuate non fossero solo un episodio utile, ma fossero un trampolino per realizzare esperienze migliori e per evitare di ripetere gli errori eventualmente commessi. E’ stata la linea vincente perché tutto questo ha fatto maturare molto nella consapevolezza di se e delle proprie capacità le persone in grado di dare un apporto fattivo alla Formazione ed i risultati raggiunti sono stati gratificanti, sia per i singoli che per la FederScout e fanno ben sperare per il futuro.

Tutti sapete che negli ultimi tre anni siamo stati invitati dal Centro Studi Baden - Powell a dare il nostro contributo sia alla rivista “Esperienze e Progetti” che alla stesura della “Carta dello Scautismo Italiano”. Alla riunione tenuta a Firenze ad Aprile tutti i presenti si sono “accorti” della nostra presenza e l'hanno molto apprezzata con elogi e riconoscimenti, prova ne sia, per la prima volta la FederScout è stata anche invitata a partecipare alla 26a Conferenza Mondiale del ISGF (International Scout and Guide Fellowship) a Como. La FederScout adesso è considerata non più un gruppetto di “cespugli”, ma persone serie che lavorano senza abbandonare la linea tradizionale, e lo fanno con l'intento di crescere nel solco della tradizione e che si impegnano a farlo, ma tengono sempre d'occhio l'evoluzione. Cominciamo ad essere considerati persone che “cavalcano la tigre”, e non si fanno trascinare!

Nella riunione dei Capi Corso tenuta a Febbraio a Ciampino, abbiamo dato vita e forma alla “Carta dell'Impegno del Formatore” il cui titolo è “Essere diversi per essere uguali” e questo documento (firmato da tutti i Capi Corso: Nives De Montis, Paolo Congiu, Marino Cassanelli, Federica degli Ivanissevich, Ruggero Papale) portato a conoscenza di tutti e discusso anche alla Scuola è stato da tutti indistintamente, anche dagli Allievi e da coloro che sono fuori della Federazione, molto apprezzato. Anche il fatto che altre Associazioni, non della FederScout, chiedano di inviare loro Allievi alla nostra Scuola è un segno importante di considerazione e di rispetto, vuol dire che la Formazione della FederScout è cresciuta, e che la considerazione conquistata deve anche in futuro mantenere il livello raggiunto.

Dopo aver varato il nuovo Regolamento della Formazione, abbiamo cominciato a cambiare le procedure di ammissione ai corsi, abolendo il curriculum rivelatosi inutile, e queste procedure hanno dato buoni risultati anche se forse ci sono ancora delle cose da limare e rivedere. Pure per gli elaborati che gli Allievi devono svolgere dopo la Scuola sono state fatte delle piccole revisioni per rendere gli elaborati stessi più attuali per chi deve svolgerli (possono utilizzare anche mezzi multimediali). Una cosa è stata chiesta con forza da tutti coloro che si occupano della Formazione ed è che i Delegati ed i Presidenti Associativi siano molto più attenti e vigili nell'attestare l'anno di servizio, assicurandosi che gli Allievi siano effettivamente preparati e pronti a ricevere un Brevetto con il quale, non dimentichiamolo, noi tutti ci assumiamo la responsabilità di dichiarare che quelle persone sono in grado di guidare bene e con accuratezza e saggezza un gruppo di bambini/ ragazzi, sanno fare un buon “trapasso delle nozioni” come chiedeva Baden – Powell, e NON SONO, come purtroppo abbiamo potuto notare in alcuni casi, persone che hanno mirato e mirano solo ad avere un fazzolettone che considerano solo uno “status simbol” da sfoggiare con gli amici! Ripeto bisogna fare molta più attenzione al “Fratello Maggiore che trapassa le nozioni al Fratello Minore” in maniera fondamentale, sulla base della propria esperienza, perché se l’esperienza pregressa non c’è, non c’è nulla da trapassare, ma solo informazioni lette sui libri, spesso anche male perché non se ne è capito il significato reale! Per dirla con un noto professore universitario lo Scautismo si fa non si teorizza.

Certamente avrete notato che in ogni frase che ho scritto, ho adoperato il plurale e l'ho fatto non per usare un “plurale maiestatis”, ma perché ogni cosa che è stata fatta ha coinvolto il Comitato Formazione e comunque sempre il Comitato ristretto composto dai Capi Gruppo.

Dello spiacevole e gravissimo episodio riguardante il Corso Beaver che ha preceduto la Scuola di quest'anno, preferisco non parlare, è qui a vostra disposizione il dossier di quanto accaduto, con tutte le mail scambiate e sicuramente vi potete fare un'opinione personale e, comunque, non è mia intenzione alimentare un battibecco ed una polemica sterile e che nulla ha a che vedere con lo Scautismo e con la Formazione Scout. E chi lo Scautismo l'ha vissuto da giovane, sa di che sto parlando. Però questo episodio ha avuto un risultato molto positivo: per prepararci a sopperire all'assenza della Capo Corso designata ed alle scarse informazioni che ci aveva fornito (basti pensare che il programma chiesto a Gennaio è arrivato solo il 21 Luglio), abbiamo fatto ricerche sulla Branca risalendo all'origine (lo Scautismo Canadese che ha fondato la Branca), consultato i testi originali ed allargato moltissimo le conoscenze sull'argomento e così facendo abbiamo colmato tutta una serie di lacune. Queste ricerche hanno dato un nuovo forte impulso a tutta la Branca ed ora abbiamo pure dei testi originali da consultare.

Sono particolarmente soddisfatta dell’armonia sviluppatasi quest'anno alla Scuola tra gli Istruttori, e ritengo che gli Allievi abbiano risentito molto di questo ambiente piacevole e della gradevole atmosfera per cui sono stati molto più ricettivi, costruttivi e hanno lavorato molto meglio e le risposte date nel questionario di gradimento dopo il campo, parlano da sole. Un neo, ovviamente, c'è stato: abbiamo sofferto il caldo in maniera forse eccessiva e che ci ha veramente sfiancato, ma di questo nessuno di noi poteva essere considerato responsabile!

Quest'anno quasi tutte le Associazioni hanno rispettato le scadenze fissate, almeno per quanto riguarda l'iscrizione degli Allievi ai Corsi, ma non sono state altrettanto solerti nell'inviare i nomi delle persone che intendevano far partecipare come Istruttori. Il termine fissato a Massa dal CFC era Febbraio, ma ancora a Giugno c'era chi chiedeva se era entrato a far parte di qualche Equipe, dimenticando che il Regolamento stabilisce che sono le Associazioni che propongono i nomi di coloro che possono far parte delle varie Equipe e non è il Coordinatore a sceglierli!

Vorrei comunque puntualizzare che, come chiediamo più serietà e coerenza agli Allievi, dobbiamo noi per primi dare l'esempio e mantenere fede agli impegni liberamente presi. Alcuni hanno dato forfait all'ultimo momento per i più rispettabili motivi e ci siamo trovati in difficoltà nel trovare una sostituzione o un rimpiazzo e/o rimescolare le carte. Per fortuna, grazie alle capacità ed allo spirito di servizio di TUTTI i Capi Corso e dei componenti le varie Equipe, le cose sono andate splendidamente con grande soddisfazione degli Allievi, come sopra citato.

Questo anno oltre gli Allievi della FederScout erano presenti anche 2 Allievi che venivano da un’ Associazione, ASSISCOUT, che fa parte della WFIS ma non della FederScout e che si sono dimostrati ben preparati e si sono anche abbastanza inseriti.

Come sapete Paolo Congiu, Capo del Corso CUB, non è potuto intervenire per ragioni di salute, ma è stato supportato in maniera molto efficace da Riccardo Girotto con il quale aveva in precedenza concordato tutte le sessioni del Corso stesso.

La logistica è stata affidata alla AVSC, guidata da Alberto Santin che ha svolto egregiamente anche le funzioni di Capo Campo, mentre i Rover ed i Capi dei Gruppi Padova 1; 3; Ponte San Nicolò ed Abano si sono alternati nei servizi al campo, fornito continuamente acqua fredda e come aiuti ai due bravissimi cuochi, Nadia Guzzo ed Andrea Gaetani. Grazie alle capacità di Alberto e di tutta l’AVSC, quest’anno i conti della scuola sono andati benissimo ed abbiamo chiuso meglio di quanto preventivato.

Passando al dettaglio dei Corsi:

Il Corso Castorini (Capo Corso Riccardo Girotto che ha svolto la parte generale, mentre Valeria Zara ha svolto la parte specifica BEAVER). Sapete già quando e come Nives ha fatto sapere che non sarebbe stata presente, nonostante le assicurazioni date nella riunione dei Capi Corso a Febbraio,cosa che ha rimescolato completamente le carte ed i giochi. Comunque le Allieve, nonostante fossero rimaste male, hanno svolto tutto il programma predisposto ed hanno tratto grande profitto e soddisfazione del lavoro svolto, affrontato con grande entusiasmo.

Nel Corso CUB (Capo Corso era Paolo, che, come ho detto, è stato supportato da Riccardo Girotto) Riccardo ed Antonietta hanno lavorato benisimo con grande soddisfazione degli Allievi.

Per il Corso Scout (Capo Corso Marino) ci sono poche cose da dire perché tutto è andato bene: lo staff degli Istruttori era composto, oltre che da Marino, da Daniela Viola (per 4 giorni), da Gianfranco Lemmi e Cristina Rulli. Tra gli Allievi 2 avevano un’età molto diversa dagli altri (1, sacerdote aveva 71 anni, l’altro aveva superato i 50), ma, nonostante le perplessità iniziali, si è visto che questo non ha creato alcun problema e l’affiatamento ed il coinvolgimento è stato completo da parte di tutti ed il livello piuttosto alto.

Il Corso Rover (Capo Corso Federica) è andato particolarmente bene. Ancora una volta è stato ben recepito il messaggio sull’importanza del Corso Rover. Erano presenti Allievi, quasi tutti ben motivati e molto ricettivi agli spunti ed alle “sfide” che sono state loro poste. Federica si è avvalsa della collaborazione di Alessandra Pellegrini e Michele Muggiri ed ha formato uno staff molto affiatato e collaborativo. I ragazzi si sono ben calati nello “Spirito” del metodo.

Il Secondo Tempo (Capo Corso Ruggero) quest’anno ha avuto un particolare successo. Gli Allievi erano tutti molto motivati e si sono particolarmente coinvolti in tutte le sessioni. Anche l’uscita di 24 ore, fatta a Venezia, ha spinto gli Allievi a sperimentare nuove tecniche per presentare le relazioni (anche con mezzi multimediali) e si è creato un “compattamento”, uno “spirito di corpo e di avventura” davvero encomiabile ed importante. E’ stato rilevato, però, il fatto che spesso gli Allievi non applicano a fondo in tutte le Branche, il sistema fondamentale del Metodo Scout e cioè il Sistema di Pattuglia o dei Piccoli Gruppi.

Paola Tomasello quest’anno non è potuta venire per motivi di salute, e la sua sostituzione non è stata facile, ma dopo varie vicissitudini siamo riusciti, grazie all’interessamento di Ivan Danchielli, a trovare una psicologa di Vicenza, Tamara Barbieri, che, però, ha potuto dedicarci solo una giornata.

Marcello Penzone è venuto ugualmente anche se molto sofferente, perché reduce da un incidente stradale avvenuto solo 15 giorni prima, dimostrando un grande senso di responsabilità e di abnegazione. E’ stata davvero splendida e piena di significati la sua idea del “sassolino” con cui costruire un solido muro. Il “fil rouge” della Scuola è stato l’incipit della Carta dell’Impegna del Formatore “Essere Diversi per Essere Uguali” ed in occasione della prima alza bandiera ha invitato ogni Allievo a pescare da un cesto un semplice sasso (che Alessandra aveva raccolto sul greto del torrente), a dimostrazione proprio del fatto che benché tutti diversi, i vari sassi avrebbero potuto erigere un solido muro. E l’ultimo giorno ognuno di noi ha ripreso un sassolino da portare con sé. Sono certa che la sua assenza si farà sentire perché credo che la sua competenza, spirito e simpatia siano entrati nel cuore di tutti e ci mancheranno i suoi articoli da “Un Vecchio Scout”.

Grande successo ha avuto Andrea Balistreri, che per 3 giorni ha fatto sognare tutti con le sue sessioni di abilità manuale con le sue scarpette, borsellini ed altri lavori in pelle e cuoio. Speriamo in una sua presenza anche negli anni futuri per valorizzare sempre più questo aspetto del Metodo.

In questa sede desidero ringraziare TUTTI per il lavoro svolto con tanta efficacia ed abnegazione. Come detto il livello degli Allievi è stato molto buono, in alcuni casi alto, e così la loro soddisfazione è decisamente un grande incoraggiamento, perché vuol dire che stiamo operando in maniera giusta. Dopo anni di insistenze ed a furia di ripetere e cercare di far comprendere l’ importanza dell’espressione, quest’anno abbiamo assistito quasi tutte le sere a fuochi brillanti, con cose generalmente sempre nuove, godibili e ben fatte. Mi auguro che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di successi. Comunque, e mi ripeto, se gli Allievi sono stati soddisfatti ed hanno giudicato i Corsi eccellenti, vuol dire che il Team della Formazione ha raggiunto il suo obiettivo prioritario ed è sulla buona strada. Questo non vuol dire che tutto è perfetto perché sono molte cose le cose da migliorare, a cominciare dai Corsi Basali e la preparazione degli Istruttori Federali, che sono già previsti nel Regolamento ed anche in programma per il prossimo anno.

A proposito dei Corsi Basali, ribadisco la necessità che siano ben organizzati e sia necessario delegare un Istruttore Federale a tenere corsi anche per più Associazioni insieme (ove possibile) specie unendo quelle piccole Associazioni che, da sole, trovano difficoltà a portare avanti un corso, e sto anche elaborando un programma ad hoc, perché è necessario fare qualsiasi cosa pur di migliorare la Formazione di base.

Come sopra accennato, visto che dopo anni di sperimentazione, abbiamo accertato che il curriculum si era rivelato assolutamente inutile, questo è stato sostituito con delle domande che si sono rivelate più efficaci anche perché in alcuni corsi sono state discusse all'inizio del Corso con gli Allievi stessi. Dobbiamo riparlare dei profili dei ragazzi che i Capi Gruppo responsabili inviano e spesso sono assolutamente vuoti di significato o pieni di cose inutili che, certamente, non servono ai Capi Corso per conoscere i ragazzi e monitorare il Corso. Spesso queste presentazioni appaiono come un lavoro superficiale ed approssimativo. Tanto vale lavorare senza la finta documentazione. Nella riunione del CFC discuteremo sul problema ed in ogni caso, come già deciso alla riunione CFC di Giugno, studieremo un formulario da far compilare agli Allievi quando arrivano alla Scuola.

Come ho detto tante altre volte ricordate che noi ci siamo assunti il compito di trasferire ai nostri ragazzi lo SCAUTISMO di B – P, che è si anche un gioco, ma senza dimenticare mai che principalmente è un preciso metodo pedagogico che si attua attraverso il gioco.

Ciò richiede la necessaria serietà e competenza da parte dei Capi che lo devono applicare e quindi altrettanta, se non più, serietà e competenza nello svolgimento dei Corsi di Formazione. Anche per questo ritengo che le procedure di verifica della preparazione degli Allievi, prima e dopo i Corsi Federali, debbano essere riviste, riorganizzate e migliorate.

Grazie

L.. T. Anna Canudo

Roma, 13 Novembre 2011


giovedì 17 novembre 2011

INDABA - Proposta Comitato Formazione Capi

Ai Capi Corso della Scuola Capi 2011

Al Comitato Formazione Capi

INDABA

Carissimi,

tutti sapete delle celebrazioni per il 25° anniversario della FederScout che si terranno il mese prossimo a Trieste, e conoscete quale sarà il programma ludico – turistico di questo evento ed avete anche ricevuto il programma – non definitivo – predisposto anche dal Comitato Tecnico per l'INDABA, quindi sapete anche che per la sera di Venerdì 9 è previsto:

Presentazione multimediale delle Branche presenti nella FederScout attraverso il lavoro degli Allievi e degli Istruttori che in questi anni hanno contribuito alla crescita della Scuola Capi.

Si tratta perciò di un argomento strettamente attinente alla Formazione. Mi sembra perciò che questa sia una splendida occasione per far vedere come questo moderno strumento di comunicazione, possa essere utilizzato per spiegare in maniera più veloce ed intuitiva come fare un moderno “trapasso delle nozioni” o spiegare “cosa facciamo, come e perché”.

Alcuni lavori di questo tipo sono già stati fatti e presentati, ma siamo ancora in tempo per aggiungerne altri, per cui vi chiedo di inviarli al più presto.


Inoltre il Comitato Formazione, anche in considerazione che gli argomenti delle altre discussioni sono in gran parte i contenuti della Carta dell'Impegno del Formatore, intende proporre come ulteriore argomento per la prima serata di Giovedì 8 una:

Esperienza di teatro interattivo in particolare “Esperienze di integrazione e condivisione,

a cura del comitato Donne Africa ( Presidente Siri Nangah Spora e Barbara Sinico

mediatrice culturale). "

GLI IMMIGRATI SONO CERVELLI MOLTO INTERESSANTI E NON CE NE ACCORGIAMO”

Fatemi conoscere rapidamente il vostro pensiero ed invio a tutti voi i miei più affettuosi saluti e

BUONA ROTTA!

Anna Canudo

C. C. F. C.

Roma, 9 Novembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

Ordine del Giorno Riunione a Manfredonia

Ai Componenti il Comitato Formazione Capi

Al Presidente Federale

Agli Organi Federali

p.c. Alle Associazioni Federate

L O R O S E D I

Carissimi,

in concomitanza con l’Assemblea Federale, ai sensi dell’art. 2 del Regolamento Federale, il Comitato Formazione Capi della FederScout, è convocato per Domenica 20 novembre p.v. alle ore 9,30 presso la Casa Scalabrini, via Magister David 16, Siponto – Manfredonia (FG), per discutere il seguente

ORDINE DEL GIORNO

1. Approvazione del verbale della riunione precedente.

  1. Relazione del Coordinatore sull’attività della Formazione nell’anno 2011 e sulla Scuola Capi tenutasi a Padova. Relazione dei Capi Corso della Scuola 2011.

  2. Corso 1° Tempo BEAVER 2011: situazione (argomento non discusso alla riunione precedente e rinviato a questa su richiesta dell' AGES).

4. Analisi ai sensi del Regolamento Formazione del lavoro finale fatto pervenire in tempo utile dagli Allievi di 1° e 2° Tempo (gli elaborati arrivati solo pochi giorni prima non potranno essere presi in esame).

5. Eventuale concessione Brevetti di 1° e 2° Tempo.

6. INDABA.

7. Campo Scuola Federale Agosto 2012.

8. Corso Istruttori per la Scuola Capi Federale (se necessario).

9. Varie ed Eventuali.


Come consuetudine questa convocazione viene inviata ai Membri del Comitato regolarmente nominati dalle Associazioni Federate ed ai Presidenti/Capi Scout di quelle Associazioni che non hanno provveduto ad indicare un proprio delegato quale Membro del Comitato stesso, con la preghiera di girare la presente a chi si occupa, per la propria Associazione, della Formazione.

Non intendo minimamente entrare nella gestione interna delle Associazioni Federate e nelle loro scelte, ma nel nominare il Delegato Associativo alla riunione vi prego vivamente di attenervi all’art. 3 del Regolamento Comitato Formazione Capi approvato, cioè fate in modo che, ove possibile, chi rappresenterà l’Associazione, sia una persona che abbia già concluso il proprio iter di Formazione. Inoltre ricordo a tutti che alle riunioni di C. F. C. la delegazione può anche essere composta da più persone, ma solo il Delegato Associativo, è il portavoce dell’Associazione stessa.

Potete trovare il testo del Regolamento Comitato Formazione Capi e la Carta dell'Impegno del Formatore su www.federscout-formazione.blogspot.com

E’ NECESSARIO comunicare con la massima urgenza ai miei recapiti Anna Canudo: Tel:3476294432 - scuolacapi@federscout.it - annacanudo@hotmail.com. il numero dei partecipanti.

In attesa di incontrarvi, invio a tutti i miei più cari saluti e Buona Rotta!

Il Coordinatore del C. F. C.

LT Anna Canudo

Roma, 30 Ottobre 2011

Questionario di Gradimento degli Allievi

Alla fine del Campo Scuola, come d'abitudine, è stato dato agli Allievi il

Questionario di Gradimento”.

Quet'anno le risposte dei 40 Allievi possono essere riassunte come segue, su una scala di 5 livelli da NON SUFFICIENTE ad OTTIMO”:

  • Le informazioni ricevute in sede prima del Campo sono state tra

    BUONO ed ECCELLENTE”.

  • La capacità degli Istruttori di trasmettere i concetti è stata tra

    ECCELLENTE ed OTTIMO”.

  • La Chiarezza degli Istruttori è stata tra “ ECCELLENTE ed OTTIMO”.

  • La Capacità degli Istruttori di lasciare spazio a domande è stata giudicata tra

    ECCELLENTE ed OTTIMO”.

  • Il Rapporto con gli Istruttori è stato giudicato nello stesso modo tra

ECCELLENTE ed OTTIMO”.

  • La Capacità degli Istruttori di lasciare spazio a domande è stata giudicata tra

    ECCELLENTE ed OTTIMO”.

  • Il Rapporto con gli Istruttori è stato giudicato nello stesso modo tra

    ECCELLENTE ed OTTIMO”.

  • La Capacità del Corso di migliorare la propria capacità di Capo è stata giudicata

    ECCELLENTE”.

    • L'assoluta maggioranza degli Allievi ha trovato che il Corso ha risposto alle proprie aspettative ed ha trovato “OTTIMO” il rapporto con gli altri Allievi.

      Qualche perplessità sugli spazi del Corso e si sarebbe desiderato più tempo a disposizione.

      Hanno trovato, infine, “ECCELLENTE” la logistica ed “OTTIMO” il clima generale dei Corsi (invece il clima atmosferico.... “ MOLTO CALDO”.....!).





venerdì 11 novembre 2011

Lettera di Marcello agli Allievi del 2011

Acqui Terme, 07 Ottobre 2011

Carissimi Fratelli Scout,

Un problema di salute ed un improvviso, ma non imprevisto, lutto mi hanno costretto a stare poco con Voi ed ad andare via prima del previsto e questa mia, in fondo, vuole toccare quei punti che avrei dovuto trattare e che sono rimasti in sospeso.

Spero che la cerimonia, si fa per dire, del sassolino sia stata compresa da tutti, nel suo giusto significato, nella vita di tutti i giorni ciascuno di noi è parte integrante di una sorta di muro al quale con la giusta malta diamo solidità, io non ricordo più tutti i nomi ne ho i volti dei compagni con i quali feci il mio Capo Scuola ad Opicina, ma tutti sono scolpiti nel mio cuore con tanti di loro ho continuato a vivere la grande avventura dello scoutismo.

I Romani creando i fasci littori, scure bipenne inserita tra dodici verghe, volevano simboleggiare la fragilità delle singole verghe, la forza dell’insieme, così per noi la inutilità della singola pietra (del singolo), muro compatto se cementate insieme.

Lasciate che mi presenti un momento, non sono il soggetto misterioso, o ancora peggio l’oggetto misterioso.

Mi chiamo Marcello Penzone è sono un Capo dell’AGESCI, sono stato invitato a parlare in alcune sessioni di Spiritualità, Veglie, attività all’aperto, rilevanza del gruppo nella Propria Comunità ove per Comunità si deve intendere l’ambiente che ci circonda, ed inoltre con una frase che mi piace molto “un movimento tante associazioni”e per concludere “come strutturare il rapporto con i genitori.

Sono di estrazione C.N.G.E.I, quando il mio peregrinare lavorativo mi portò in Acqui terme, non so come (ma il paese è piccolo e la gente mormora) il Vescovo mi fece interpellare dal parroco del Duomo, se ero disponibile al collaborare per la riapertura e rilancio del pluri defunto Gruppo Scout.

Ho fatto la mia prima affermazione da non ignorare, il Vescovo aveva saputo del mio essere scout, perché io non l’ho mai tenuto nascosto.

Tenuto conto che ero il Capo del Personale e che trattavo in maniera bellicosa con i Sindacati di questo mio essere scout, mai tenuto segreto, non ho mai avuto bisogno di difendere le mie scelte di vita, perché tutti rispettando me rispettavano le mie scelte.

Collaborai con una banda di adulti scatenati, di estrazione diversa per cultura, attività lavorativa, percorso di vita scout, tutti animati dalla stessa intenzione, riprendere a remare contro corrente ed insegnare a tanti altri ragazzi, futuri uomini, la bellezza del “remare contro” quando ti spinge un ideale profondo e pulito.

Erano gli anni 1983/1984 ed oggi il Gruppo esiste ancora ed ha una bella e splendida Comunità Capi.

Ma veniamo al dunque, se guardiamo su un qualsiasi vocabolario della lingua italiano troviamo che:

  • Spiritualità ; s.f. Sensibilità ai valori spirituali: uomo di profonda s. part. Il complesso dei motivi che delineano una concezione religiosa o una visione spirituale: la s. cristiana; la s. romantica.2. Natura o carattere spirituale: la s. di un rapporto. Dal lat. tardo spiritualtas -atis, der. di spirtus ‘spirito’ | sec. XIV

  • Religiosità ; <re-li-gio-si-tà> s.f. 1. Partecipazione, nel sentimento o nell’atteggiamento, a un ideale religioso (la sua r. mi sembra sincera), anche se non necessariamente legato a una particolare religione storica (la r. mazziniana; la r. della vita).2. Devozione e sollecitudine scrupolosa: conserva con r. l’autografo del poeta; osserva con r. i propri doveri. Dal lat. tardo religiostas -atis, der. di religiosus ‘religioso’ | seconda metà sec. XIII.

L’ultima annotazione di ogni singola definizione ci dice che la parola si è cominciata ad usare intorno al 13°secolo l’una e l’altra intorno al 14° secolo, ergo fino a quel momento non esisteva una suddivisione tra le due parole.

Le differenze sono sottili ed impercettibili, sostanzialmente filosofiche.

Ma, giustamente, poiché esistono ne dobbiamo tenere conto.

Il mio essere Cattolico traccia, inevitabilmente, il binario sul quale mi muovo pertanto a Voi distinguere gli aspetti filosofici da quelli religiosi, se cito un versetto delle scritture il non essere cattolico dell’altro ne tragga l’aspetto filosofico e non quello religioso.

Noi abbiamo a disposizione della cera molle e malleabile, ma possiamo maneggiarla una sola volta, quando la incidiamo lasciamo il segno, spesso indelebile.

Richiamare l’attenzione del ragazzo o dei ragazzi, su un panorama, su un’alba, un tramonto, sul percorso che le formiche in perfetta fila seguono per raggiungere il loro scopo, procacciarsi del cibo, sulla bellezza di un’arnia o di un qualsiasi nido ci consente di parlare della capacità degli animali di crearsi il bene per la sopravvivenza ma anche toccare argomenti che hanno una forma di spirituale.

Il nostro vivere di Capi sia sempre si si, no no, mai tergiversare, dire o lasciar intendere ai terzi, “ma si tanto ora non sono in divisa”. Due errori enormi: uno di ipocrisia, ambiguità mentale; l’altro non si usa la parola divisa ma uniforme, che ha un significato completamente diverso.

Perché i ragazzi ci osservano ma anche il così detto mondo esterno ci osserva, e se ci riempiamo la bocca di Legge e di Promessa, di concetti elevati, di questo e di quello e poi noi facciamo l’esatto contrario siamo molto più che ipocriti.

Se oltre che apparire saremo, allora anche il nostro porsi con il mondo esterno sarà più semplice sia con i genitori, sia con la cittadinanza, le autorità civili, la struttura ecclesiale, allora vivremo questo rapporto in modo semplice e lineare, perché tutti sapranno che di noi ci si può fidare perché siamo quello che diciamo di essere.

La nostra è una Legge, così detta positiva, ogni singolo articolo fa sempre una sola affermazione, o si è così o non si è scout, c’è poco da girarci intono, e questo vale anche per noi Capi, anzi per noi di più.

Il rapporto con i genitori sia sempre limpido e chiaro precisando sempre che non siamo l’alter ego della famiglia, ma una agenzia educative diversa, oggi che le coppie scoppiano facilmente è nostro compito capire solo per essere di aiuto ai ragazzi, mai inserirsi, sia pure involontariamente, in diatribe fra le varie posizioni.

Occhio, potrebbe verificarsi che la lite in famiglia degeneri, noi dovremo essere sempre dalla parte del ragazzo ed aiutarlo a superare il momento della crisi, ma mai sovrapponendosi ai genitori, noi siamo un’altra cosa.

Se vogliamo noi siamo l’amico sulla cui spalla il ragazzo può appoggiarsi e piangere, su cui può contare.

D’altro canto i genitori sono le persone con le quali abbiamo i primi rapporti per estendere ed allargare il rapporto conoscitivo del ragazzo con l’ambiente esterno.

È importante che questa operazione, “rapporti con i genitori ed ambiente esterno” che la Comunità Capi o come volete chiamarla, abbia una modalità univoco di comportamento.

Il viaggiare sparpagliati oltre che comportare una inutile perdita di tempo ci fa apparire, svincolati e perché no anche un po’ stupidi.

Se la Comunità Capi e abbastanza verticale è una fortuna perché dà una specie di garanzia ai genitori, che magari hanno difficoltà a parlare con un Capo giovane.

Se potete, cercate di avere uno spazio sul giornale locale o Diocesano, gli articoletti, non più di una cartella, servono a farVi vedere, a fa si che si sappia che esistete.

Quando feci la Promessa nel lontano ………….(omissis) risuonò una frase che ora non sento più “perché veritiero ed onesto”, non ricordo (scusate l’Halzaimer) se al momento della Promessa o la sera precedente durante la Veglia d’armi.

Ecco l’altro argomento la Veglia io a suo tempo feci la Vegli d’armi, guidata dall’Assistente Ecclesiastico e di puro stile ecclesiale, oggi possiamo e dobbiamo far vivere quel momento ai nostri ragazzi pilotando noi la Veglia, nello stile più consono alla nostra Associazione qualche preghiere non guasta, qualche esame, insieme, degli articoli della Legge, la Legge può essere esaminata sia da un punto di vista strettamente religioso, cosa che sconsiglio, sia da un punto di vista laico.

Oggi la veglia possiamo farla con le due le branche, maggiori E/G ed R/S con la branca L/C possiamo impostarla quasi come un gioco, evitando il buio troppo fitto (a quell’età, ma non solo, magari si ha ancora paura del buio), la esluderei senza ombra di dubbio per i Castori.

La Veglia non deve essere lasciata al caso, anche se può nascere spontaneamente, specie in età di Clan/Compagnia, escluderei la Veglia che dura tutta la notte, si corre il rischio che i ragazzi si addormentino ed allora si perde quasi tutto.

La Veglia nasce da un momento di riflessione religiosa, ma poi passa per la vigilia di una battaglia durante la quale, veglia, i soldati ed i loro condottieri passavano la notte in preghiera e riflessione,in seguito diventa anche una consuetudine dei nostri vecchi di passare alcune ore della sera/notte nella stalla (posto più caldo della casa) a raccontarsi fole, per poi essere utilizzata anche da noi scout per aiutare i nostri ragazzi alla riflessione interiore, alla meditazione.

Se volete farvi una risata tutte e due le schiere di soldati pregavano lo stesso dio per sconfiggere il nemico.

Noi possiamo solo dare delle indicazioni, perché la veglia porta il singolo individuo su percorsi così personali che non è possibile descrivere un modo univoco e buono per tutte le minestre, la traccia di partenza può essere suggerita, ma poi…..,se siamo presenti possiamo fare solo da contro altare, ascoltare rispondere con estrema sincerità e franchezza, ma mai andare oltre, la Veglia è un fatto personale, se il ragazzo vuole e desidera parlarcene ben venga e noi possiamo e dobbiamo ascoltare senza mai interferire con le conclusioni.

La veglia può avere due indirizzi ben precisi, solo spirituale ma anche religioso, però se volete dargli un taglio religioso non affidatevi alla vostra sola esperienza, se a domande non sapete rispondere, non arrampicatevi sulle ragnatele o sugli specchi, dite sinceramente “preferisco documentarmi meglio e risponderti”. È un piccolo male ma certo migliore di una risposta errata.

Tenete sempre presente che i ragazzi anche quando sono piccoli non sono mica stupidi.

I rapporti con i genitori sono prodromi dei rapporti con terzi, autorità comunali, vescovo, responsabili di strutture e/o aziende.

Ci siamo guadagnato il diritto di parola, nei rapporti con il così detto mondo esterno allo scoutismo, sin dai primordi dello scoutismo in Italia, con i caduti durante la 1° Guerra Mondiale, ragazzi che facevano servizio di sussistenza per i militari feriti, con Don Giovanni Minzoni assassinato a bastonate perché si era opposto alla chiusura del gruppo scout, alle Aquile Randagie che tanti uomini aiutarono a fuggire in Svizzera, senza guardare al colore delle divise ma guardando solo l’uomo che c’era dentro.

Durante l’alluvione del Polesine, il terremoto del Belice, il disastro del Vajont il terremoto dell’Irpinia, l’alluvione di Firenze, (sapete che nelle vostre file c’è almeno un “angelo del fango”?), il terremoto dell’Abruzzo, e le missioni all’estero.

In Irpinia, e parlo per conoscenza diretta, gli scout arrivarono per primi, la nascente protezione civile ed i mezzi dell’Esercito arrivarono in pompa magna e si dovettero fermare davanti alle strade sconvolte da terremoto ed ormai inesistenti, da carte militari non aggiornate.

Ebbene ci tocca ancora sentirci dire l’ormai, purtroppo famosa frase coniata da un IMBECILLE, “cretini vestiti da bambini che guidano bambini vestiti da cretini”, ci tocca sempre risalire la china, ma come è successo ai vostri predecessori farete certamente e meglio anche Voi, continuando a remare contro corrente perché come dice un canto dei Lupetti “una via sola è vera”, a Vicenza, a Padova, per citare duo località nell’immediato passato dei Campi di Formazione, ed in tanti altri posti il lavoro degli scout, se il “lavoro” è fatto con coerenza e senza compromessi, paga.

Un suggerimento, di tanto in tanto, senza esagerare e senza pomposità, lasciate trapelare i Vostri titoli accademici, noi ci consideriamo tutti fratelli “siamo dello stesso sangue tu ed io” per motivi facilmente comprensibili il mondo esterno apprezza i titoli accademici, per cui se sono solo Pinco Pallino sono un fesso qualunque, ma se sono il dott, ing, prof. Pinco Pallino salgo di qualche gradino. Non lo dico per vana gloria, ma perché bisogna che gli altri si rendano conto che abbiamo un escursus culturale spesso di tutto rilievo.

Il nostro comportamento, però, farà inserire il nostro gruppo nel contesto sociale che ci circonda.

Un argomento, fra i tanti, che mi sta particolarmente a cuore “un movimento tante associazioni”e per concludere “ nel 2007 anno del centenario, il motto fu “un mondo una promessa”.

Chi di voi si è divertito a documentarsi sulla nascita dello scoutismo nel mondo ed in Italia ora sa che in quel periodo storico molte furono le ide e le persone che si attivarono a favore della gioventù, il ragionamento, tanti figli tante braccia per aiutare ad andare avanti, cominciava a vacillare.

Qualcuno cominciò a pensare che tanti ragazzi abbandonati a se stessi dovevano essere aiutati a crescere.

Dei vari tentativi a livello mondiale quello che ebbe successo, e lo ha tutt’ora, fu lo scoutismo di Baden-Powell, mentre in Italia nasceva il CNGEI.

Altri movimenti che pur avevano tanti buoni requisiti finirono per morire con il loro creatore.

Il mondo cattolico volle uno scoutismo tutto suo e nacque l’ASCI, ma fu nel dopo 2° Guerra Mondiale, che iniziò una sorta di diaspora dai due movimenti che avevano ripreso le attività, la prima fu la nascita dei due movimenti femminili cosa che aveva una sua logica.

Poi lentamente cominciò a prevalere un ragionamento, tutto italico se vogliamo, in tanti pensavano che la loro idea fosse più meritevole di essere coltivata.

Non voglio entrare nel merito ma la realtà adesso e che in Italia ci sono circa 70 movimenti scout, e, giustamente, ciascuna pensa, segretamente, di essere il portatore della verità scout.

Eppure, eppure, Voi che frequentate i Campi Scuola della Federscout avete un momento splendido tutti i giorni all’alza bandiera, ogni giorno una cerimonia diversa, in ciascuno c’è del bello, personalmente ipotizzerei un solo movimento scout, una sorta di mega Federscout, ma i sogni sono una cosa la realtà è diversa.

Certo l’alza bandiera svolta con procedure diverse può sembrare una stupidata, forse, ma lo è solo per chi vede l’aspetto folcloristico, ma badate bene ogni singola Associazione si è sforzata di esprimere in quella cerimonia il significato migliore della Legge, della Promessa, del rispetto per la Bandiera Nazionale.

Significa anche che ciascuna Associazione è portatrice di valori che magari sfuggono ad una analisi superficiale, e questo ci insegna di non fermarci mai alla prima impressione, (diceva un saggio di non fermarsi mai alla prima taverna, ma poiché lo scout è un acuto osservatore……)

Allora dobbiamo cercare di sforzarsi e vedere la bellezza e la ricchezza della nostra realtà attuale.

Mi piace immaginare un gigantesco fascio di fiori di campo con bellezza individuale con profumi singoli, una sorta di piccolo jamboree (marmellata), ciascuno portatore di una sua bellezza individuale.

Un fenomeno che si sta’ verificando in Italia, anche in funzione della forte immigrazione da paesi del nord Africa, è la presenza di bambini di religione mussulmana e/o di altri riti di religione cristiana.

È un discorso difficile ma tento di esporre il mio pensiero.

  • Sembra (da una indagine, di cui non conosco gli autori) che le famiglie non cattoliche e/o mussulmane preferiscano iscrivere i loro figlioli nei gruppi cattolici piuttosto che nei gruppi dichiaratamente pluri confessionali.

  • Il perché mi sembra intuibile, i gruppi pluriconfessionali alla fine per contentare tutti non contentano nessuno.

  • Non conoscendo gli autori di questa indagine non posso garantirne la serietà.

Come comportarsi?? . Non è cosa facile perché i casi posso essere molteplici, perché le confessioni cristiane sono tante, ma comunque certamente hanno in comune il “Padre Nostro”. In ogni caso nella ipotesi di attività che siano dichiaratamente religiose più che spirituali è bene parlare con il pastore delle singole congregazioni.

Problema diverso quando si parla di mussulmani, anche in questo caso abbiamo una molteplicità di confessioni, non abbiamo nulla o quasi in comune salvo il rispetto da parte mussulmana della figura di

Gesù (عيسى )e di Maria (مريم)

Ma di questa religione ci colpiscono alcuni atteggiamenti estremamente visibili, come il

Ramadam (رمضان)

(nel calendario musulmano, nome del nono mese lunare, nel corso del quale si osserva la completa astensione quotidiana (dall’aurora al tramonto) da cibi, bevande, rapporti sessuali), come le preghiere giornaliere, come il salutarsi, come l’invocare

Allha (الله أكبر)

il misericordioso, anche se è più corretto Allah il più grande).

Ma a ben riflettere sono cose che una volta facevamo anche noi, sia pure con alcune varianti, il venerdì non si mangiava carne e si mangiava solo di magro, quando ci si salutava il saluto di rito era “che Dio ti accompagni”, le preghiere?, in tutte le case ,o quasi, era di rigore il rosario serale.

La nostra spiritualità va bene anche per i mussulmani perché in ogni caso aiuta a riflettere, ad ammirare il bello, ci porta al Supremo.

Attenzione a volte ci facciamo prendere da una serie di scrupoli, quali non offendere la sensibilità del mussulmano con l’esposizione del Crocifisso, oppure con la celebrazione del Natale o della Pasqua, ma perché dobbiamo vergognarci della nostra religione, corriamo il rischio gravissimo di buttare l’acqua sporca con tutto il bambino.

Non facciamo come gli inglesi che cominciano a parlare di “feste d’inverno”.



Ricordiamoci che San Giorgio fu scelto quale patrono degli scout non in funzione del fatto di essere un santo, o di essere il Patrono della Gran Bretagna, ma perché incarnava la figura del Cavaliere protettore e difensore dei deboli figura che andava bene per tutte le religioni, racconta B-P che in India in un tempio aveva visto una statua che riproduceva un cavaliere che infilzava un drago, immagine simbolica del male.



Ho riportato tra disegni, il primo che simboleggia il passaggio di nozioni, cosa che facciamo sempre nel momento che parliamo con persone più giovani di noi, ma spesso anche con i nostri pari età, nessuno può trasmettere alcunché se non ha appreso.


Uno scout a cavallo, novello San Giorgio, che infilza il drago, in quasi tutto il mondo simbolo del male.


Tre scout in piroga, il più classico dei simboli del “guida da te la tua canoa” che sta a indicare che in definitiva siamo sempre soli al timone e alle pagaie.


Buona strada

Marcello Penzone

Gazzella leggiadra delle nevi

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